Il Territorio: l’ecosistema subguineano

Fotogramma aereo della regione di Djougout tratto da Les Paysans du Senegal.
Les Civilisations Agraires. by Paul Pelissier, 1965.
Il reticolo di risaie che si espande attorno ai bolong, i bracci di mare,
testimonia della profonda antropizzazione del territorio.
La bioregione della Bassa Casamance si situa nella parte sud-ovest del paese ed è caratterizzata dal fiume Casamance e dai suoi affluenti nonché dai bracci di mare in cui il fiume si confonde man mano che ci si avvicina all’oceano. Questa bioregione è quella con la maggiore pluviometria del paese e, nonostante una diminuzione della media delle precipitazioni negli ultimi decenni, resta superiore ai 1 000 mm annui. Inoltre in certe aree si registra un dato in controtendenza, almeno negli ultimi anni, con livelli di precipitazioni anche superiori ai 1.500 mm annui. Sul piano della flora, le foreste naturali che caratterizzano questo ecosistema sono dominate da una trentina di specie legnose guineane, come, per esempio, Elaeis Guineensis, Pterocarpus erinaceus, Terminalia macroptera, Bombax costatum, Borassus aethiopium, Parkia biglobosa, Erythrophleum guineense. Nella sua parte sud-ovest, l’ecosistema subguineano è costituito da piccoli accumuli alluvionali su dei suoli pianeggianti molto profondi e lungo i corsi d’acqua si caratterizza da gallerie forestali. Tra i siti più significativi, si può citare certe foreste protette relativamente ben conservate, i boschi sacri e il Parco nazionale della Bassa Casamance. Durante gli ultimi 2 decenni questo ecosistema si sta trasformando sempre di più in un mix di foreste chiare e di savane di tipo sudanese sotto le azioni combinate dell’uomo (sfruttamento del legno, disboscamento, fuochi di savana,...) e di fattori naturali sfavorevoli (siccità, salinizzazione dei suoli, etc.). Con il degrado della struttura di questo ecosistema e lo sviluppo dello strato erbaceo, l’impatto dei fuochi di savana diventa importante. Il fuoco, in un contesto di degrado segnato da un abbassamento della pluviometria e da un abbassamento della falda freatica, elimina certe affinità guineane, generalmente pirosensibili a profitto di specie savanicole a carattere xerofilo più marcato. L’abbassamento della falda ha portato anche alla sparizione di certe formazioni come i roniers e le palme la cui presenza nelle terre di coltura costituisce un modello con ricadute, oltre che per gli utilizzi agro-forestali, anche in altre filiere come per esempio l’architettura o la medicina tradizionale. In Bassa Casamance, l’acidificazione e la salinizzazione dei suoli legata alla penetrazione del fronte salato contribuiscono l’estensione degli spazi degradati e alla sparizione di certe specie come Scirpus littoralis, Philoxerus vermicularis e Paspalum spp. La salinizzazione ha delle pesanti ricadute sulla fauna acquatica, così, si evidenzia la sparizione progressiva di certe specie di Tilapia e di Sorotherodon Melanoteron. In sintesi, le modalità di degrado di questo ecosistema sono essenzialmente caratterizzate dalla distruzione della loro struttura, la sparizione di certe specie caratteristiche (modificazione della composizione floristica), l’assenza di rigenerazione naturale di numerose specie. Infine, la costruzione di dighe anti sale non ha dato i risultati sperati e gli interventi dei progetti della cooperazione internazionale anteriori come quelli dell’ILACO nei pressi di Tobor, hanno reso sterili molte terre destinate alla risicoltura. Progetto BIODIVERSITA’ Rapporto Nazionale sulla Biodiversità. Ministero dell’Ambiente e della Protezione della Natura (MEPN). 2002 Repubblica del Senegal, Palazzo Amministrativo 7° Piano. B.P. 4049 Dakar SENEGAL Tel./Fax (221) 22.21.80. Traduzione: Sergio Pasini |
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Based on a work at www.sergiopasini.net. Info: sergiopasini@sergiopasini.net
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